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Come si viaggiava nel Settecento


Nel Settecento, viaggiare comportava il dover sopportare vere torture fisiche. Christian Friedrich von Lüder scrisse:

"Si dice le strade tedesche siano in ottimo stato, ma non è vero. Solo alcune di esse sono veramente agibili. I passeggeri soffrono, e tremano quando la carrozza passa accanto ai burroni. Ci sono torrenti da guadare, paludi inospitali... spesso non resta che scendere e proseguire a piedi" (1780).

Federico il Grande, il "Re Fritz" prussiano, lasciò peggiorare apposta lo stato delle vie di comunicazione del suo regno: per rendere difficile l'avanzata di eventuali truppe nemiche. I suoi sudditi, soprattutto i contadini, si rallegravano di ciò. La regola era : "Tanto peggiori sono le strade, quanto più a lungo dovranno rimanere i forestieri nei nostri paraggi; e, più a lungo rimangono, più soldi devono sborsare".
La margravia di Bayreuth descrisse così un viaggio in quell'epoca:

"Mentre discendevamo una parete a picco, una ruota della carrozza si staccò dal suo asse. Se non fosse stato per il soccorso da parte di alcuni pastori, che frenarono la diligenza aggrappandosi alle sue ruote posteriori, saremmo precipitati nel baratro".

E Wolfgang Amadeus Mozart si lamentava col padre:

"...non si può chiudere occhio per un solo minuto. Queste carrozze ci strattonano fin dentro all'anima! E i sedili: duri come pietra! Da Wasserburg in poi, temevo che non sarei mai arrivato a Monaco di Baviera..."

Anche in Italia lo stato delle strade era pessimo. "La mattina del giorno fissato, dopo sette mesi di permanenza a Verona, caricati i bagagli necessari per una assenza non brevissima, salimmo in carrozza alla volta di Roma. Senonché, parve al Cielo che quello non fosse il giorno giusto per mettersi in viaggio, tant'è che, appena poche miglia fuori da Verona, la diligenza centrò in pieno una buca e si rovesciò disfacendosi completamente. [...] A casa, il Viola era furioso non solo con il padrone della diligenza, ma con gli operai che non controllavano le strade, con i preposti che non controllavano gli operai e con i magistrati che non controllavano i preposti." (Da: La Contessa Marianna, di Giuseppe Alù. Arnoldo Mondadori Editore, 1989.)

In Francia le cose andavano molto meglio. I grand chemins erano ben curati, accuratamente livellati col pietrisco. Ogni anno Luigi XV stanziava la somma di sei milioni di livres per la manutenzione di piste e ponti carrai. In questo modo le carrozze non si danneggiavano troppo in fretta e il commercio tra Parigi e Marsiglia fioriva. In Inghilterra la situazione era invece simile a quella tedesca. Il giramondo Arthur Young raccomandò: "Evitate le infernali piste di campagna come fossero il demonio".

In Germania e altrove, le carrozze dovevano seguire per legge degli itinerari fissi, passando non lontano da postazioni di gendarmi: per evitare eventuali rapine. Spesso i ladri bloccavano la strada con vari ostacoli, oppure segavano a bella posta le assi della diligenza durante una sosta. Attorno ai viaggiatori giravano come corvi i borsaioli, e il postiglione pretendeva dai passeggeri la mancia, altrimenti li trattava in malo modo. Nel prezzo della "corsa" erano compresi svariati dazi, quale la tassa per i ponti; spesso però sui fiumi non c’era alcun ponte, e così dei furbi contadini costruirono enormi zattere con tavole di abete per traghettare sull'altra sponda cavalli, carrozza e viaggiatori: a pagamento, s’intende. Nelle taverne ed osterie disseminate sulla pista, giocatori molto esperti (veri bari) sfidavano i forestieri per alleggerirli di buona parte della pecunia. Molte erano le cameriere che esercitavano un secondo mestiere: quello di entraineuse, come diremmo oggi usando del tatto. Julius von Rohr consigliava: "Non dare mai confidenza alle donne non sposate che ti rivolgono la parola alle stazioni postali, soprattutto se giovani e belle, perché ti faranno poi pagare a profusione i loro servigi."

Nel tanto decantato Sud, si recavano solitamente uomini alla ricerca di avventure galanti. Decantato Sud? Goethe era stato avvertito: "Sta' sempre all'erta! Nei boschetti si possono nascondere briganti. Tieni il fucile a portata di mano!"

Le Alpi erano sicuramente il tratto più faticoso. "I passeggeri devono spesso scendere per consentire ai cavalli di riposarsi e, a ogni ripida salita, spingere la carrozza“ (von Lüder). Ma, una volta superate le Alpi, ecco il "Giardino Italia"! Vigneti, alberi di frutta, distese di fiori... e un cielo straordinariamente azzurro. Nei centri urbani la gente era più vivace e allegra di quella delle città nordeuropee. Le spiagge erano splendide... e vuote. Vuote, sì, in quanto bagnanti ancora non ce n’erano: saltuariamente, solo qualche italiano si "avventurava" a mare...

Articolo di Peter Patti (peterpatti.geo@yahoo.com) tratto dal suo sito "Goethe"
www.eloyed.com/goethe.htm

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